In questo mondo dove ogni giorno, è sempre più difficile respirare a causa di un inqunamento che ci affligge da ormai oltre mezzo secolo, in una inarrestabile corsa all'industrializzazione, e dove, da autorevoli pulpiti, anche e soprattutto governativi, si predica al risparmio energetico e si incentiva la ricerca nel campo dei prodotti non inquinanti, se un giorno tu scegliessi di andare al lavoro in bicicletta, piuttosto che in auto, ricorda.... non è tutto oro ciò che luccica... preparati al peggio... della serie: Di questa storia "verissima" è stata protagonista una mia collega di lavoro, che per comodità e privacy chiamerò Signora A, ecco i fatti: ecco l'articolo del giornale LA NAZIONE
In materia di assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (nel regime precedente alla riforma di cui al D.L.vo 23 febbraio 2000 n. 38), in applicazione del principio secondo cui il generico rischio della strada può diventare rischio specifico di lavoro nei casi in cui il lavoratore sia costretto a fare uso di un mezzo privato di trasporto, deve escludersi l'indennizzabilità dell'infortunio occorso al lavoratore che sia rimasto infortunato in conseguenza dell'impiego di una bicicletta per recarsi sul posto di lavoro, se la necessità di fare ricorso a tale veicolo sia esclusa dalla vicinanza del posto di lavoro all'abitazione dell'interessato e dalla possibilità di effettuare il suddetto percorso sia interamente a piedi, sia utilizzando per una parte un mezzo di trasporto pubblico.
In poche parole, se la distanza tra il posto di lavoro e l'abitazione è al di sotto di un chilometro, puoi usare un cavallo, uno skate, uno scooter, un elicottero, la ferrari, il barroccio trainato da buoi, un sottomarino nucleare, la slitta di Babbo Natale, un cammello di passaggio oppure anche in ginocchio per voto a qualche santo, ma guai a te se usi la tua bella bicicletta.... certe cose mi fanno dubitare seriamente di vivere in un paese civilizzato.. comunque... meditiamo gente... meditiamo... |