Cascio
in foto di
Ivano Stefani
Cascio è uno dei più antichi borghi del comune di Molazzana, alcuni storici analizzando il suo toponimo lo farebbero risalire all’epoca romana, “Fundum Cassii” terre del colono Cassio, le prime notizie documentate del borgo le troviamo in una pergamena del 968, nella quale la Contessa Wilma madre di un certo Ugo, dona una chiesa dedicata ai Santi Stefano e Lorenzo e delle terre locate in “Cassio” alle monache di S.Ponziano (Lucca), successivamente “Saxi” (Cascio) viene citato anche in un placito redatto dalla contessa Matilde, il 10 luglio 1105 durante la sua visita a “Villa Foxana” Pieve Fosciana. Il Borgo ospitò fin dai primi anni del Mille, un importante castello intorno al quale per molti secoli si combatterà, ai primi anni del XII secolo quando i lucchesi iniziarono a espandere i loro confini, i Porcaresi signori di Cascio cercarono di sottrarsi al loro dominio alleandosi con i pisani, i lucchesi per vendicare l’affronto nel febbraio del 1170 inviarono in Garfagnana i soldati del quartiere di S. Pietro e Gervasio, l’esercito lucchese comandato da Beradigo da Bozzano assaltarono il castello di Cascio e bruciarono l’intero borgo, dopo la morte di Federico II Lucca si impadronì dell’intera Garfagnana e Cascio venne inserito sotto la giurisdizione della Vicaria di Barga (1272), i Porcaresi nonostante fossero stati costretti a cedere i loro castelli a Lucca riuscirono a conservare per alcuni anni dei beni a Cascio, in un documento del 1296 vengono citati per l’ultima volta (il casato dei Porcaresi nel 1209 in seguito all’uccisione del Podestà di Lucca, era anche stato bandito all’Imperatore Ottone IV). Con la morte di Castruccio Castracani Lucca e il suo contado divennero terre di conquista per fiorentini e pisani, nella pace stipulata fra le due città (9 ottobre 1342), Firenze e Pisa si spartirono le terre della Vicaria di Barga, le terre situate sulla riva destra del Serchio fra le quali Cascio furono assegnate a Pisa, che le pose sotto la giurisdizione della nuova Vicaria di Gallicano e con la discesa in Italia di Carlo IV di Boemia la Vicaria di Gallicano verrà riconsegnata a Lucca. Nel 1430 Cascio e molti altri Castelli della Garfagnana, stanchi delle continue lotte fra Lucca, Pisa e Firenze chiesero protezione a Niccolò d’Este Marchese di Ferrara, gli estensi accolsero la richiesta e si insediarono con il suo esercito in Garfagnana, ma purtroppo per Cascio invece della pace negli anni successivi portarono la guerra. Il castello di Cascio nel nuovo assetto politico della Garfagnana, venne a trovarsi a ridosso del confine fra i due stati, situazione che lo portò ad esser assaltato più di una volta dai lucchesi, il primo attacco lo subì il 17 luglio del 1583, le truppe lucchesi devastarono la sua campagna bruciando tutto quello che trovarono, nel luglio del 1602 l’esercito reggiano agli ordini del Marchese Ippolito Bentivoglio assediò il castello lucchese di Castiglione, i lucchesi per salvare Castiglione inviarono delle truppe ad assediare Molazzana e a saccheggiare le sue terre, il loro capitano Iacopo Lucchesini prima di dirigersi su Molazzana, fece occupare e incendiare il castello di Cascio, costringendo il Bentivoglio a dirottare una parte del suo esercito impegnato nell’assedio a salvare Molazzana e le sue terre. Dieci anni dopo l’esercito lucchese si ripresentò sotto le mura di Cascio e questa volta gli uomini del castello ritenendosi pochi e male armati si arresero senza combattere, provocando l’ira dei suoi protettori, due anni dopo quando il Bentivoglio rioccupò il castello, imprigionò una trentina di uomini per impiccarli, la popolazione del borgo chiese intercessione al Duca Cesare, il sovrano concesse la grazia ordinando ai frati lucchesi della chiesa di S .Lorenzo (gli intermediari della resa) di abbandonare il castello e obbligò la popolazione di Cascio a ricostruire l’intera fortificazione del paese a proprie spese. Questa fu l’ultima azione di guerra in cui rimase coinvolto il borgo, nel XX secolo durante l’ultimo conflitto Cascio si ritroverà lungo la Linea Gotica e il suo destino di terra di confine si riproporrà tragicamente dopo molti secoli di pace. La chiesa intitolata ai Santi Stefano e Lorenzo, edificata prima del Mille fu ceduta nel 968 alle Monache di S. Ponziano (Lucca), successivamente nel 1378 venne affidata ai padri Benedettini Olivetani, che nel XVII secolo tramite il Vescovo di Lucca ottennero il trasferimento nella chiesa di S. Pietro di Nocchi (Camaiore), il loro stemma è sempre presente sulla porta della canonica. All’interno della chiesa è da segnalare una terracotta invetriata di notevole pregio, realizzata da Benedetto Buglioni raffigurante la Madonna col Bambino, nel 1804 venne innalzato il campanile e la chiesa fu ampliata e ristrutturata. (tratto da Wikipedia) |
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