Coreglia Antelminelli
Vista dalla via Ludovica (zoom 18x) |
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Il figurinaio di Coreglia
Una mano bussa forte, in quella grigia via, ad una, a cento porte, offrendo mercanzia. “Madam’, mademuaselle, vulé le statuette ? guardate ‘vant’èn’ belle, che dorci siluette !
Fan’ solo sette franchi, sa.. anch’io gè’ famiglie! Prendè’ dù’ cicchi bianchi, per la petitte figlie! Ir prezzo è assai tirè, l’ho già ridotto all’osso ! Le gesso è colorè” Madame, meno ‘un posso !
... Bien... facciamo sei,ma badi, ci rimetto ! Proprio perch’è lei ! ” E abbozza un sorisetto. Que’r ciuffo di capelli, biondi da straniera, que’ l’occhi chiari e belli, ner bigio della sera,
nì’ fan’ tornà’ alla mente, la donna che l’aspetta, Coreglia, la su’ gente, què’ monti, la casetta. “Madame mersì’, orvuà’ ” Ossequia ringraziando, “C’est trés gentil à toi ! ” Lei risponde sorridendo.
Lù’ guarda tristemente, la casa e la Madame e pensa: Quella è gente che ha conosciuto fame. Sospira e s’incammina, con passo cadenzato, e alla porta lì vicina, la man’ ha già bussato.
Ir pensiero sempre assorto, alla tèra sua lontana, la vigna, ir campo e l’orto, lasciati giù in Toscana. “Oui dite, c’est pourquoi? ” ‘Na voce lo risveglia, “Madame, scusè’ muà’…. sognavo di Coreglia !”
Gavorchio 1998 (questo testo ha partecipato al premio letterario di Coreglia 1998, ma non ebbe alcun riconoscimento. |
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Vista dalla via per Gromignana |
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Vista dalla via per Gromignana (zoom 16x) |
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Da Gromignana si intravede Tiglio alle spalle di Coreglia |
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Vista dalla chiesa di Gromignana |
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(zoom 18x) |
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Coreglia dal web |
Coreglia dal web |
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