Festeggiamenti del 2 Giugno a Marlia

I bersaglieri

grande curiosità l'ha suscitata questo bersagliere ciclista
94 anni portati benissimo, con la bici originale d'ordinanza
in assetto di guerra. Reduce della campagna di Russia.







alcuni particolari del'antico mezzo

Ruote in gomma dura (piene)
Ammortizzatori anteriori

Sul manubrio:
Elmetto
Borraccia
Zainetto

fissato sul lato sinistro del telaio
Fucile: Moschetto mod. 91*

sotto la canna della bicicletta altri due tascapane
di lato alla forca posteriore si può vedere la zappa/ascia

 

sotto:

il particolare della manopola in osso o in corno

si nota anche la leva del freno anteriore

sitema frenante:
Freno anteriore a ganasce e tacchetti agenti sul cerchio
I rinvii a bacchetta dalla leva alle ganasce passano dentro il tubolare del piantone della forca

Il freno posteriore consisteva nel fatto che avendo il "rotino" fisso, si frenava con il bloccaggio dei pedali.
Il collegamento pedale/catena, non avendo il sistema a "clicchetto"che libera la ruota dal movimento del pedale,
ciò rende solidale ruota/pedale per cui smettendo di pedalare la ruota si blocca.


ecco nel dettaglio il "cambio"
la bicicletta era dotata di un cambio rudimentale
che consisteva in due pignoni di dentatura diversa
posti sui due lati del mozzo: uno da strada, uno da salita.
Si smontava la ruota e si girava, invertendo così i due pignoni.
I dadi blocca/mozzo sono i due volantini ben visibili .

 

sotto:

Indicato dalla freccia gialla. l'ammortizzatore posteriore
il sistema di ammortizzamento era necessario perché
le ruote in gomma piena, avrebbero reso impossibile
rimanere in sella.
Il sistema di ammortizzatore posteriore, rendendo mobile la ruota dal telaio,
aveva bisogno di snodi, che si possono notare all'attaccatura della forca orizzonatle
(freccia rossa)
Le frecce verdi indicano le due cerniere che permettevano di piegare la bicicletta
per poter essere trsaportata più facilmente a spalla, là dove il terreno impervio, non permetteva
di avanzare pedalando. (anche i due tascapane sotto la canna, sono divisi per permetterne la piegatura)

Nel complesso era un bell'insieme di ingegnosità.



la targhetta regolamentare
che autorizzava l'utilizzo del mezzo
solo in zona di guerra

A destra si vede nel dettaglio la cerniera superiore del telaio


sul portabagagli posteriore:

Gavetta
Zainetto contenente la mantella impermeabile (tela cerata)

 

 

ecco il sotto del cappello piumato del bersagliere
(piume di gallo cedrone)



 

sotto: bersagliere con cappello piumato e un altro con Fez

La leggenda del Piave

Il Piave mormorava
calmo e placido al passaggio
dei primi fanti il 24 maggio:
l’esercito marciava
per raggiunger la frontiera
e far contro il nemico una barriera....
Muti passaron quella notte i fanti
tacere bisognava e andare avanti!
S’udiva intanto dalle amate sponde,
sommesso e lieve il tripudiar dell’onde
Era un presagio dolce e lusinghiero
il Piave mormorò:
"Non passa lo straniero!"

Ma in una notte trista
si parlò di un fosco evento
e il Piave udiva l’ira e lo sgomento
Ahi quanta gente ha vista
venir giù lasciare il tetto
poi che il nemico irruppe a Caporetto
Profughi ovunque! Dai lontani monti
venivano a gremir tutti i suoi ponti
S’udiva allor dalle violate sponde
sommesso e triste il mormorio de l’onde:
come un singhiozzo in quell’autunno nero
Il Piave mormorò :
"Ritorna lo straniero!"

E ritornò il nemico
per l’orgoglio e per la fame:
volea sfogare tutte le sue brame
vedeva il piano aprico
di lassù voleva ancora
sfamarsi e tripudiare come allora
"No" disse il Piave "No" dissero i fanti
"Mai più il nemico faccia un passo avanti!"
Si vide il Piave rigonfiar le sponde!
E come i fanti combattevan l’onde
Rosso del sangue del nemico altero
Il Piave comandò:
"Indietro va straniero!"

Indietreggiò il nemico
fino a Trieste, fino a Trento
e la Vittoria sciolse le ali al vento
Fu sacro il patto antico:
tra le schiere furon visti
risorgere Oberdan, Sauro, Battisti
L’onta cruenta e il secolare errore
infranse alfin l’italico valore
Sicure l’Alpi libere le sponde
E tacque il Piave: si placaron l’onde
Sul patrio suolo, vinti i torvi imperi
la pace non trovò
né oppressi né stranieri

 

 

TA PUM

Venti giorni sull’Ortigara
senza il cambio per dismontà
ta pum ta pum ta pum...
ta pum ta pum ta pum...
E domani si va all'assalto,
soldatino non farti ammazzar,
ta pum ta pum ta pum...
ta pum ta pum ta pum...
Quando poi si discende a valle
battaglione non hai più soldà.
ta pum ta pum ta pum...
ta pum ta pum ta pum...
Nella valle c'è un cimitero,
cimitero di noi soldà.
ta pum ta pum ta pum..
ta pum ta pum ta pum


Cimitero di noi soldà
forse un giorno ti vengo a trovà.
ta pum ta pum ta pum...
ta pum ta pum ta pum...
Ho lasciato la mamma mia,
l'ho lasciata per fare il soldà.
ta pum ta pum ta pum...
ta pum ta pum ta pum...
Quando portano la pagnotta
il cecchino comincia a sparar.
ta pum ta pum ta pum...
ta pum ta pum ta pum...
Battaglione di tutti i Morti,
noi giuriamo l'Italia salvar.
ta pum ta pum ta pum...
ta pum ta pum ta pum...

IL TESTAMENTO DEL CAPITANO


Il comandante la compagnia
l'è ferito e sta per morir.
e manda a dire ai suoi alpini
che lo vengano a ritrovar.
I suoi alpini gli mandan a dire
che senza corda non si può passar.
"O con la corda, o senza corda
i miei alpini li voglio qua".
E cò fu stato alla mattina
i suoi alpini sono rivà.
"E io comando che il mio corpo
in sette pezzi sia taglià"
Il primo pezzo al Re d'Italia
che si ricordi dei suoi alpin
Il secondo pezzo al reggimento
che si ricordi dei suoi soldà.
Il terzo pezzo al battatglione
che si ricordi del cuo capitan.
Il quarto pezzo alla mia mamma
che si ricordi del suo figlio alpin.
Il quinto pezzo alla mia bella
che si ricordi del suo primo amor.
Il sesto pezzo alla montagna
ché fiorisca di rose e fior.
Il settimo pezzo alle frontiere
che si ricordino dei bravi alpin