La località “Pianacce”, dove lui viveva e dove aveva il suo “museo”, un tempo fu famosa per la produzione di sporte di giunco lacustre; di cappelli di paglia; di stacci e soffietti. Questo artigianato, fiorente fino agli anni ’50, vide il declino, con l’avanzare del boom industriale e l’avvento della plastica, che soppiantò tanti di quegli oggetti fatti a mano. Tutto ciò, assieme all’industrializzazione della produzione dello zoccolo, (artigianato fiorente nel paese limitrofo: Segromigno in monte) segnarono la fine di qualsiasi produzione artigianale ed anche la conseguente metamorfosi architettonica di tutto l’ambiente, distruggendo molte di quelle che erano le "corti" di un tempo.
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Osvaldo davanti all'ingresso del suo "Museo" |
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Più che un museo quella di Osvaldo
era una nutrita collezione di attrezzi ed oggetti del passato.
Per realizzare un museo vero e proprio,
avrebbe avuto bisogno di locali più ampi e adatti allo scopo.
La sua collezione, per adesso è sistemata
(molto bene, considerando l'esiguità dello spazio disponibile,
in rapporto all'altissimo numero dei reperti)
in un capannone di sua proprietà.
Qui sotto puoi vedere qualche angolino del suo "Museo"
Il "Grèolo" (la culla) |
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Il Falegname |
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Il Calzolaio |
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Il lavoro dei campi |
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Qui sotto: Osvaldo durante la dimostrazione |
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Osvaldo nella cucina riprodotta com'era un tempo