al 123

 

Come era successo altre mille volte, mi fermai in prossimità delle sbarre abbassate del passaggio a livello, lì a meno di un chilometro da casa. Una strada percorsa all'andata e ritorno da anni, sempre la stessa. Stesse case, stessi palazzi, stessa fermata obbligata.
Spensi il motore in attesa del passaggio del treno e mentre aspettavo, osservavo le case lì attorno, improvvisamente il mio sguardo fu attratto da una lapide seminascosta da una pianta rampicante, sopra un muretto di cinta, vicino al cancello della casa adiacente alla ferrovia al n. 123.
Una lapide che non avevo mai notato prima, eppure non era nuova, anzi, lo stato di conservazione denotava anche una certa incuria. Sbirciando attraverso le fronde arrivai a leggere l'iscrizione:

QUI FU BARBARAMENTE TRUCIDATO DALLE BELVE NAZISTE IL CONCITTADINO ROSSI ALDO - IN SUO RICORDO LA CITTA' POSE QUESTA LAPIDE.

Una lapide come tante, come troppe, a ricordo di un uomo ucciso dalla guerra. Ma il mio pensiero si soffermò su "BARBARAMENTE TRUCIDATO", soprattutto la parola BARBARAMENTE.
Ma che senso ha? Quando mai si è visto uccidere qualcuno in maniera civile e educata? La trovai sarcastica, non so perché, ma falsava tutta la sostanza del fatto. Vorrei sapere che differenza c'è tra una esecuzione BARBARA tramite fucilazione ed una esecuzione capitale con una iniezione di veleno in vena. Uno stato che esegue una sentenza di un tribunale dopo un processo supposto equo, è meno BARBARO di un colpo alla tempia come quello immortalato in Vietnam e divenuto famoso per la diffusione di quella foto in tutto il mondo? L'introduzione dell'ago in vena ad un braccio preventivamente fermato al lettino con dei lacci affibbiati, poi l'inizio della discesa del liquido in flebo e solo al comando del direttore della prigione, l'inserimento della fiala che ucciderà il condannato.
Quanto terrore c'era nello sguardo di quel giovane TRUCIDATO lì davanti a quel cancello? Quale pensiero sarà passato nella mente, a chi l'ultimo? Alla mamma? Alla ragazza? Alla sua vita o alla sua morte? Quei pensieri saranno simili a quelli del condannato che vede il liquido giallo scendere lungo il tubicino trasparente, giù verso il braccio, lungo il cammino che penetrando in vena gli succhierà la vita? E chi è il più BARBARO? Il tedesco che ubbidendo all'istinto animalesco dell'odio istigato da una guerra in atto, spara una raffica di mitra ad un inerme disarmato, o il boia che in nome di una società CIVILE inietta quel liquido che toglierà una vita ?

Due vite due pesi diversi o è solo un macabro gioco di parole convenzionalmente diverse per esprimere uno stesso orrore? Io ho un pensiero fisso, un orrore che non riesco a dimenticare, che mi perseguita: Quel bambino che per la sola colpa di essere figlio di un boss di una cosca, fu prima rapito, strangolato e poi sciolto nell'acido da una belva immonda chiamata uomo. Undici anni, un ragazzino innocente come lo si può essere ad undici anni, inerme come lo si può essere a undici anni. Un incubo che mi perseguita, una domanda che non avrà mai risposta: Come può un uomo adulto arrivare premeditatamente ad un gesto tanto spregevole?
Al di là del significato data dal dizionario, si può essere uccisi senza essere TRUCIDATI? Ma la risposta è rimasta nascosta là sotto alle fronde del rampicante al n.123.