Ecco il testo vincitore
del "Boccabùgia" 2006
Renzo Tori
Tema assegnato:
PASSANO GLI ANNI, PASSANO LE STAGIONI, E NOI SI DIVENTA SEMPRE PIU’ ...
Come un treno che non fa mai fermate
trascorrono gli anni e le stagioni:
autunno, inverno, primavera, estate
il Tempo non si ferma alle stazioni.
I passeggeri cambian di frequente
però si sale, e poi si scende, al volo
sul treno che va via velocemente
e quando sali o scendi, tu sei solo!
Il viaggio, poi, è una lotteria
continua, che fai giorno dopo giorno;
la puoi vincere per la tua maestrìa
o con l’aiuto di chi hai d’intorno.
Se a volte perdi, giù non ti buttare,
ma credi ancor di più nel tuo viaggio;
è la sconfitta che ti fa impegnare
ti fa crescere, diventare saggio.
Quando parte, è un treno che va piano
poi corre via sempre più veloce
sempre più svelto, sempre più lontano
inarrestabile, sordo ad ogni voce.
Ti affacci al finestrino e vedi tutto:
ricchezza, miseria, gioia, allegria
tristezza, dolore, il bello, il brutto
la cattiveria, l’arte, la poesia.
Passano gli anni, passan le stagioni
il tragitto nessun l’ha mai fermato
percorrerlo da brocchi o da campioni
forse l’importante è…..aver viaggiato!
Alcuni altri testi che negli anni
hanno partecipato
al concorso
(man mano che avrò a disposizione i testi,
arricchirò questa pagina ricordo)
Gruppo Gemini da Lucca-Treviso
Tema assegnato:
IL DOTTORE
Marito_
Moglie_
Dottore_ Moglie_ Dottore_ Moglie_ Dottore_ Moglie_
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O Bernarda vin qui 'n posso più E' permesso? O di casa, un c'è nessuno? Vienghi su, s'accomodi sor dottore! Un gli fa nulla: per quel miccio là |
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Renzo Tori
Tema assegnato:
IL NUOVO MILLENNIO
In prospettiva, il millennio nuovo
non credo porterà gran novità:
la gallina continuerà a far l’uovo
e da quello un pulcino nascerà:
Forse ci sarà la clonazione
ma lo strumento andrà regolamentato;
te l’immagini, clonare Buttiglione,
Mastella, la Bonino, Dini, Amato?
Ci sarà un aumento di trapianti
sull’uomo di parti di animale.
Questo tema, che è tra i più importanti
non trova d’accordo il buon maiale
il quale, a una TV, ha confidato:
“Umano, io son grande amico tuo,
ma l’uomo, per quanto ho appurato,
è già porco abbastanza di suo!”
Certo, comunque la tecnologia
ci darà modernissimi strumenti
per migliorar la vita, tua e mia.
Ma ad usarli bisogna stare attenti
o si finisce, senza remissione,
come finì l’apprendista stregone!
Renzo Tori
Tema assegnato:
IL VECCHIO POETA; DOV’E’ ANDATO?
L’hano ‘ntravisto andà ‘n farmacia
per ritirà co’ ansia e allegria
e co’ un’aria un po’ da clandestino
un pacco che vien da San Marino.
L’ha scartato a casa, in sul letto
e subbito ha riposto nel cassetto
della su’ vecchia ‘omodina
quella tanto ambita medicina.
Nel mentre che cenaa co’ lla signora
“Andiamo a letto presto, di buon’ora”
ha sussurrato con sguardo accattivante
“stanotte sarò un gallo ruspante!”
Lei l’ha guardato, un po’ dubbiosa:
“’Un n’avrà mia fatto mal qualcosa?
Certo, i poeti sono stravaganti
specie quand’en co’ ll’anni avanti!”
In realtà, come si son spogliati
eran di già stretti avvinghiati:
“Cara, io t’amo, io t’adoro
stanotte sarò forte come un toro!”
Nel mentre che onniosa le baciava
co’ una mana ‘ntanto lù cercava
nel cassetto della ‘omodina
quella màgia pillola azzurrina.
Ma forse per la grande agitazione
oppure la scarsa illuminazione
invece del fortissimo eccitante
ha preso il Tavor, potentissimo carmante.
Così durante l’atto dell’amore
vinto da indicibile torpore
e facendo una figura da babbeo
è cascato nelle braccia di Morfeo.
Questa storiella, nel finale
risponde anco al titolo iniziale:
il vecchio poeta, ingazzurrito e stanco
quella volta è ito ….proprio ‘n bianco!
Gavorchio
Tema assegnato:
Un tempo fumavino i metati
Rotta era la schiena sotto al fardello
Di castagne colte con tanto sudore
Poi sul canniccio si votava il corbello
Sollevando la schiena da un po’ di dolore.
I frutti marroni, a strati distesi
Dentro al metato sì accomodati,
Al piano di sotto venivano accesi,
Ciocchi di legna, a vista guardati.
Com’era bello senti’ donne lontane,
Quando chine raspavino con i rastrello,
Le sacca riempivino sulle sottane
Per comincià, poi, da un altro pianello.
E po’ la sera, quando ariva il torpore
Sopra al paiolo co’ le mano tremanti
Per ammorbidille con quel vapore
Strappando le spine coll’unghie e co’ denti.
Vorei non svegliammi da questo sogno,
le castagne oramai nessuno più coglie,
dei vecchi metati non c’è più bisogno
e il pane di neccio more sotto le foglie.
Gavorchio
Tema assegnato:
ALL’OMBRA DEI CASTAGNI, AMORI E TRADIMENTI
Meo di Tonio era arabbiato,
per le voci di paese,
che lo volevino cornuto,
e la cosa era palese,
che nì facessino fumà.
Una sera doppo cenato,
fece la posta alla sù Rosa,
sitto, sitto, rimpiattato,
andétte diétro all’amorosa,
che tra’castagni s’andò a’quattà.
Era tutto un finimondo,
nì bollivan le budella,
era un diaule furibondo,
l’arebbe stròzza la sù bella,
restava solo d’acchiappà.
Si buttò là tra ‘castagni,
nel buiore della notte,
si spaccò tutti ‘carcagni,
per gonfialla di corpi e bòtte,
e po’ rendela a su mà.
Appena fatti quattro passi,
si scontrò colla Rosina,
- Manca pogo che m’ammàssi !
- lé n’ urlò la poverina -
- ma sei matto, o lo voi fa ?
- Che facevi rimpiattata? -
n’urlò Meo fòri di testa.
- Facevo solo una girata!
ma che maniera è questa,
‘un si pòle passeggià? -
Quella furba di Rosina,
se lo prese sotto braccio,
po’ guardando la stradina,
si vortò e strissò n’occhio,
a quarcùn ch’era di là…
Gavorchio
Tema assegnato:
“Vorrebbe il vecchio ringiovanire, ma ciò che gli riesce è solo rimbarbogire”
Meo di Gianni, vecchietto sempre arzillo,
assai più lesto a fà’ che a dillo.
forse i necci o forse i’r vin’ novello
‘vella sera si sentiva un giovincello.
Vista l’ora e tanta fortuna
via di ‘orsa scappò’ nel letto
e la sotto la Rosina si strinse forte a’r petto
Lè’ che s’era guasi addormita
apritte l’occhi stalunata:
Oh meo che fai !? Che hai da ambaà’?
S’èra gia fatto glier’ di là!
Lù’ intanto continuava co’ le solite moine -
Ho mì’ o’ ! Ma hai chiuso alle galline ?
Ma che dici !? E’ r mì’ pensiero
‘un m’addormento se ‘un le rinsero !
Prova ancora con far gentile,
e lè: Ma hai chiusa per bèn l’arcile ?
Lù sbuffando: e bella strinta
e continuava per avella vinta.
Sai oh Meo!?....
Oh che t’è resto da serà’ ?
Nulla.. pensavo che faccio da mangià?
Oh Rosina ! Era proprio glier di là !
E lo sai ‘ver che si fa ?
Si rimanda a ‘nartra sera
o forse a quest’artra primavera !